Unindustria: produzione manifatturiera reggiana in calo

industria manifatturiera

Unindustria Reggio Emilia ha diffuso i risultati dell’analisi congiunturale dell’industria reggiana nel 2° trimestre 2019. I segnali di rallentamento emersi nei primi tre mesi del 2019 vengono confermati nel secondo trimestre e il confronto con i livelli produttivi di un anno fa assume segno negativo (-1,4%). Anche i dati sul fatturato registrano una variazione negativa (-0,2%), se confrontati con lo stesso periodo del 2018.
Più in dettaglio, la rilevazione di luglio evidenzia un ulteriore indebolimento di quasi tutti gli indicatori. In particolare, registrano variazioni negative il fatturato complessivo e gli ordini. Anche la componente estera della domanda, punto di forza dell’industria reggiana, ha faticato a compensare la debolezza della domanda interna per effetto di una serie di fattori geo-politici avversi (guerre commerciali, rallentamento dell’economia tedesca).

Con riferimento al portafoglio ordini, a fine giugno il 29% delle imprese ha dichiarato un aumento a fronte di un 31% che ha, invece, registrato una diminuzione.
Nessuna novità sul lato occupazionale: nella media del trimestre aprile-giugno 2019, i livelli occupazionali hanno registrato un contenuto aumento (0,8%) rispetto al secondo trimestre dell’anno precedente.

Le previsioni degli imprenditori per il terzo trimestre 2019 non lasciano intravvedere segnali di rilancio dell’economia. Per quanto riguarda la produzione totale, a fronte del 52% che pensa di mantenere inalterati i propri livelli produttivi, il 31% prevede di incrementarli, contro il 16% che pensa di doverli diminuire.
Relativamente alla domanda il 66% non prevede variazioni, il 9% pensa di aumentarla a fronte di un 25% che esprime valutazioni negativi.

Anche le aspettative sull’export rimangono improntate al pessimismo e non scommettono su una ripresa nella seconda parte dell’anno.
Anche in questo caso il saldo pari al +3% risulta in linea con il precedente trimestre, ma di gran lunga inferiore al +24% relativo all’analogo periodo del 2018.
Le previsioni occupazionali sono improntate alla stabilità.

«L’indagine di luglio – commenta Mauro Macchiaverna, Vicepresidente di Unindustria Reggio Emilia – conferma i timori di una stagnazione dell’economia reggiana nella seconda parte dell’anno. In un quadro di forte rallentamento della crescita europea e globale, ci saremmo aspettati una politica economica caratterizzata da politiche indirizzate a stimolare la domanda interna e aumentare la competitività delle nostre imprese. Invece, è prevalsa la logica del non fare, si è preferito rimandare le misure di sostegno allo sviluppo e sono state introdotte iniziative legislative dannose per le imprese in un clima politico apertamente anti-industriale. Per recuperare la fiducia di imprenditori e famiglie occorre superare questo stallo rafforzando il mercato interno, investendo in formazione a supporto dei processi di digitalizzazione dell’economia e facendo ripartire gli investimenti in infrastrutture».



C'è 1 Commento

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  1. Alfonso Rossi

    Solo pochi eroi resistono a fare impresa a Reggio Emilia. Qui vige un clima amministrativo totalmente avverso all’impresa privata, vessata in mille modi e sanzionata pesantemente per ogni minima inezia, vera o presunta. Regolamenti su regolamenti (tipologie di atti all’estremità più remota della gerarchia legislativa) , mutevoli e spesso criptici, la cui stessa esistenza non può essere nota a chi già deve lottare per sopravvivere sul mercato, branditi come clave da una burocrazia stolida, incattivita, invidiosa e ideologica. L’ottenebramento è tale che nessuno pare capire che colpire a morte l’impresa regolare, quella che opera alla luce del sole e tenta in ogni modo di adempiere agli infiniti obblighi a cui è chiamata, non può che favorire l’insediamento di attività della malavita organizzata, come si è potuto ampiamente constatare. E queste non credo siano mai state nemmeno lontanamente sfiorate da provvedimenti amministrativi (ma sarei lieto di essere smentito).


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