E’ il weekend della bellezza, 63 mete in Emilia con le Giornate FAI

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Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Anche in questa 31ª edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).

“Scarpe comode e bagaglio leggero: prendiamo tutto per noi un week end pieno di incredibili sorprese visitando tra Emilia e Romagna i tanti luoghi che i volontari hanno scelto per le giornate FAI di primavera 2023. Potremo scegliere tra i 63 tra palazzi e pievi, aree archeologiche, castelli e ville, abbazie, idrovore e canali, aree naturalistiche, grotte urbane, parchi, archivi e biblioteche…. – spiega Carla Di Francesco, presidente FAI Emilia-Romagna – Luoghi che raccontano tante storie intrecciate e plurisecolari di persone e famiglie, di grandi istituzioni del sapere e della cultura, di lavoro per la conquista della terra da coltivare, di sapienza della tradizione, di importanti artisti ed umili artigiani. I volontari del FAI e i giovanissimi apprendisti ciceroni ci contageranno con il loro inesauribile entusiasmo trasmettendoci curiosità e voglia di conoscere ed amare la bellissima terra che è l’Emilia-Romagna.”

Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze, perché riconoscono in essa un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, e una buona azione per “il Paese più bello del mondo”, che va a beneficio di tutti. Grazie alle Giornate del FAI luoghi sconosciuti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di avere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.

Altrettanto largo e trasversale è il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi.

«In questi 31 anni di esistenza – sostiene il presidente del FAI, Marco Magnifico – le Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano».

Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata la riduzione di 10 euro su tutte le quote; ad esempio, l’iscrizione individuale sarà a 29 euro anziché 39 – potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Inoltre, fino al 2 aprile 2023 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.

 

Ecco alcune delle aperture più interessanti in Emilia Romagna:

 

BOLOGNA

 

Accademia delle scienze

L’Accademia delle Scienze si inserisce nel più ampio complesso di Palazzo Poggi, lungo la odierna Via Zamboni al n. 31, e rappresenta una istituzione di studio e ricerca di antica origine.

Durante le visite di Giornate FAI i visitatori avranno l’opportunità di scoprire questo importante luogo del sapere che ha attraversato i secoli e ha segnato la cultura della città di Bologna. Partendo dall’ingresso, interessante esempio di razionalismo legato agli interventi di ammodernamento di Palazzo Poggi effettuati negli anni ’30 del Novecento, si passerà nelle sale che ancora oggi ospitano l’Accademia delle Scienze e che vedono ancora splendere le decorazioni di Pellegrino Tibaldi con interventi a “grottesca” e affreschi legati al ciclo di Ulisse.

 

Biblioteca Universitaria

La Biblioteca Universitaria di Bologna è ospitata all’interno dello storico complesso di Palazzo Poggi, e più precisamente al civico 35 di Via Zamboni, cuore pulsante dell’area universitaria del centro di Bologna. In particolare, la biblioteca occupa una parte centrale di Palazzo Poggi e si inserisce a pieno titolo come punto focale del panorama culturale bolognese nel progetto voluto già dal conte Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730).

Durante le visite di Giornate FAI i visitatori avranno l’opportunità di scoprire questo importante luogo del sapere che ha attraversato i secoli e ha segnato la cultura della città di Bologna. Partendo dall’ingresso e grande scalone frutto dei lavori realizzati nel Novecento, si salirà al piano nobile dell’edificio per visitare gli spazi più importanti della Biblioteca, tra i quali certamente meritano una menzione speciale la magnifica Aula Dotti e l’affascinante sala Caronti, che attualmente conserva il catalogo storico manoscritto della Biblioteca. In questo contesto saranno peraltro raccontate alcune delle tante meraviglie che costituiscono, ad oggi, una delle raccolte di manoscritti e testi antichi più importanti del mondo e grande vanto dell’Università di Bologna e della città tutta.

 

Palazzina della Viola

La Palazzina della Viola nasce come luogo di delizie per la famiglia Bentivoglio in un’area che all’epoca si collocava all’esterno del perimetro urbano densamente urbanizzato. Oggi la Palazzina si trova al centro del complesso universitario di Filippo Re, dal nome del direttore della Scuola di Agraria dell’Ateneo ai tempi del Governo Napoleonico, ed è inserita nel contesto cittadino pur mantenendo una sua identità molto specifica che la rende luogo quasi unico a Bologna.

Durante le Giornate FAI scopriremo l’importante storia di questo luogo, legato strettamente alle incredibili vicende della famiglia Bentivoglio e che ne rappresenta oggi una delle poche testimonianze arrivate fino a noi. Durante la visita potranno poi essere ammirati gli importanti interventi decorativi ad opera di Amico Aspertini, Innocenzo da Imola e Prospero Fontana

 

Palazzo Dall’Armi Marescalchi

Il Palazzo, voluto dall’importante famiglia Dall’Armi, probabilmente di origine Toscana, è situato in quella che un tempo era nota come via dall’Asse e oggi è via IV Novembre nel pieno centro di Bologna.

L’edificio ospita attualmente la sede della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

Durante le visite di Giornate FAI i visitatori avranno l’opportunità di scoprire questo importante palazzo storico legato ad alcune delle più importanti famiglie bolognesi e rappresentativo del grande rinnovamento urbano del 1600 nel centro cittadino. La visita consentirà in particolare di ammirare il complesso architettonico dell’edificio e le meravigliose sale decorate del piano nobile.

CASTELLO D’ARGILE (BO)

Impianto idrovoro storico di Bagnetto

Nella pianura a nord di Bologna, alla confluenza del fiume Reno con il torrente Samoggia, si trova l’Impianto Idrovoro Storico di Bagnetto, uno dei nodi strategici per il governo sistematico delle acque che scendono dall’Appennino e confluiscono nel principale fiume pensile, il Reno. Il territorio attorno è frutto di un lavoro secolare di bonifica e sicurezza idraulica che ha consentito di abitarlo e coltivarlo. Dal 1990 vi è stata anche un’ intensa attività di valorizzazione ambientale.

Il territorio a nord di Bologna e della Via Emilia, alla confluenza del fiume Reno con il suo affluente Samoggia, rappresenta il risultato del tentativo plurisecolare dell’uomo di dominare la forza delle acque e di combattere la schiavitù e la miseria della palude, attraverso opere di bonifica dei terreni e di ingegneria idraulica. Il FAI racconterà questa straordinaria storia che dai Romani arriva ai giorni nostri, attraverso uno dei nodi idraulici strategici per la gestione delle acque che dall’Appennino scendono a valle. Vi mostreremo l’impianto che sembra una fortezza e la struttura Liberty con le tre giganti pompe che sollevano 10 metri cubi al secondo. E infine saliremo sull’argine, da cui ammirare il panorama, le strutture postindustriali, l’ecosistema con il suo enorme valore paesaggistico e naturalistico: il disegno di pioppeti, boschi, siepi, zone umide e il meraviglioso spettacolo degli aironi bianchi e cinerini che volano liberi nel cielo.

 

FERRARA

ARGENTA

Impianto idrovoro di Saiarino

L’impianto idrovoro del Saiarino si trova nella bassa pianura Padana, Comune di Argenta, Provincia di Ferrara, nei pressi della confluenza tra i fiumi Reno, Idice e Sillaro, dove il delicato rapporto tra terra ed acqua ha sempre caratterizzato le politiche di governo del territorio.

Il complesso di architettura proto-industriale di Saiarino, meraviglia ancor oggi, dopo oltre un secolo, per la lungimiranza della progettazione: edifici funzionali ed abitativi sono distribuiti in un ambito che comprende, oltre alle strutture idrauliche vere e proprie, anche i magazzini, l’officina e l’imponente Centrale termica che garantiva l’autonomia energetica per far funzionare le idrovore. Tutto il complesso è perfettamente integro e funzionante: magnifica la Sala Liberty delle pompe idrovore del 900. Questo e tanto altro sarà visitabile. Nel grande e suggestivo impianto di Saiarino si possono vedere tutti i dispositivi tecnici dell’epoca, il limnigrafo che segna a china, dal 1925, i livelli delle acque che giungono al nodo del Saiarino, oltre ad un interessante plastico che illustra il complesso funzionamento del sistema della Bonifica Renana. Da ultimo, ma non ultimo, è di grande fascino il parco circostante con i tigli secolari

 

CODIGORO

Ex zuccherificio e garzaia

 

Il bene si trova ai bordi della cittadina di Codigoro, sulla strada provinciale 68, a circa 40 km dalla città di Ferrara, poco prima dell’impianto idrovoro del Consorzio di Bonifica Pianura d Ferrara, in una grande area aperta, e comprende l’ edificio “ex zuccherificio”, dismesso dagli anni 80 e l’attuale garzaia creata nell’annesso parco. Luogo di grande interesse ambientale e naturalistico oltre che di grande fascino per l’archeologia industriale dell’ex zuccherificio.

Il percorso proposto è particolarmente suggestivo: comprende un contesto di archeologia industriale in disuso dagli anni settanta, parzialmente svuotato a causa dell’inizio delle demolizioni degli anni 80, interrotte a seguito di un decreto del Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali, che in data 11 dicembre 1989 ha posto un vincolo sull’edificio principale e sulle ciminiere, e l’area circostante divenuta nel tempo la “casa” di alcune specie di uccelli migratori, colonie di Aironi che nidificano in questa oasi di pace. La particolarità del luogo, allo stato attuale, la si deve anche al fatto che la natura, indisturbata dalle azioni dell’uomo, si è appropriata della fabbrica, avvolgendo interni, radicando nei piani pavimentali, arrampicandosi sui muri. La visita è a cielo aperto, gli edifici potranno essere visti solo dall’esterno; attraverso un sentiero creato appositamente dai curatori dell’oasi, si raggiunge la garzaia, dove ci sarà anche un momento musicale.

 

PARMA

Villa Malenchini

La Villa si trova fuori dalla città di Parma, verso sud, prima di trovarsi nelle splendide valli appenniniche. La tenuta di Carignano è stata, con ogni probabilità, inizialmente formata dai Marchesi Lampugnani, poiché nel XVII secolo erano feudatari di Carignano e Felino. I Lampugnani, di origine milanese, compaiono a Parma nel 1532, ma già alla fine del XVII sec. a Carignano era subentrata la nobile famiglia Cervi, di origine mantovana e residente a Parma dalla seconda metà del XIV secolo.

Il percorso comincia con una passeggiata nel Giardino romantico, continuando nel parco modellato come giardino all’italiana fino al grande viale costeggiato da siepi e fiori. Prosegue poi con la visita nella dimora storica. Si visiteranno le sale affrescata e le sala di servizio per avere uno specchio della vita L’apertura nelle Giornate FAI è una splendida occasione per riportare l’attenzione sulle splendide Ville del parmense, con l’obbiettivo di un più ampio e strutturato percorso di conoscenza e di valorizzazione sistemica delle Ville. La Villa da secoli è per la località di Carignano il centro della comunità, non solo come grande azienda agricola, ma anche per il grande parco curato dai cittadini del luogo. La bellezza del paesaggio e il valore storico-artistico della villa sono valori condivisi e fondativi per l’intera comunità di Carignano, da secoli nutrono il suo tessuto sociale.

 

PIACENZA

Palazzo Scotti da Vigoleno, ora Prefettura

Palazzo Scotti da Vigoleno è un luogo che sa meravigliare, portando il visitatore in una dimensione quasi da romanzo. Alla semplicità e rigore della facciata si contrappongono l’eleganza e la ricchezza delle sale interne che in un alternarsi di saloni e salottini accompagnano l’ospite tra storie di ricevimenti ed incontri istituzionali. Il Marchese Filippo Scotti fece erigere “una dimora monumentale e prestigiosa, adeguata al calibro del casato per dare ai posteri degna memoria di se stesso”.

Per l’occasione delle Giornate FAI, accompagneremo i visitatori a conoscere la storia del palazzo, le sue vicissitudini e lo splendore che riservano le stanze interne. Le visite culturali, infatti, prevedono l’accesso all’atrio d’ingresso, dove sarà possibile ammirare lo scalone d’onore peculiare con le sue tre rampe contigue. Salendo al piano nobile sarà possibile visitare le magnifiche sale istituzionali e alcune delle stanze degli appartamenti privati.

Palazzo Ferrari Sacchini

Il palazzo Ferrari Sacchini monumentale gioiello architettonico del centro storico di Piacenza, posto all’angolo di via Carducci con via Romagnosi e poco distante da via XX settembre, è un esempio emblematico del cambiamento che l’edilizia locale subì attraverso l’influsso dei Bibiena, famiglia di architetti, pittori, scenografi giunti in Piacenza sul finire del XVII secolo al servizio dei Farnese.

Il palazzo è di proprietà Demanio dello Stato ed era un tempo sede degli uffici del Tesoro e della Commissione Tributaria. Da alcuni anni gli uffici sono stati spostati e da allora il palazzo è inutilizzato e chiuso al pubblico. Il percorso di visita di quest’apertura eccezionale e del tutto straordinaria, partirà dall’ammirare la magnifica facciata barocca passando poi per il cortile interno e percorrendo lo scalone d’onore per approdare al primo piano con un luminoso loggiato e l’accesso agli spazi del piano nobile con grandi saloni affrescati e salottini decorati. Un luogo che non smette di stupire e di sorprendere per la cura dei dettagli nelle opere d’arte e architettura che contiene. A guidare la visita è senz’altro lo stupore per l’apparato decorativo e architettonico messo in opera dai Bibiena che suscita una continua meraviglia per la strabordante bellezza da cui si è circondati.

 

RAVENNA

Palazzo della Prefettura

 

Il Palazzo della Prefettura si trova nella Piazza del Popolo, cuore della città, sulla quale si affaccia il Palazzo Merlato, sede del Municipi. I palazzi, le colonne dell’antichissimo portico con il monogramma del re goto Teodorico, le due colonne simbolo dei poteri avvicendatisi nella città, dai Veneziani allo Stato Pontificio, la targa che ricorda l’albero della libertà qui eretto durante la Rivoluzione francese narrano l’avvicendarsi dei governi ravennati.

Durante le Giornate FAI saranno visibili tutte le sale di rappresentanza, aperte straordinariamente al pubblico: sale e salottini dalle eleganti decorazioni dipinte e a rilievo, la ricca ed eclettica quadreria, le pregevoli collezioni degli stemmi e dei ritratti dei Legati Pontifici, i preziosi arredi, i tendaggi e le suppellettili. In via del tutto straordinaria sarà visibile la stanza della principessa, con decorazioni ottocentesche e arredi anni ‘40, allestita in occasione della visita a Ravenna del principe ereditario Umberto di Savoia con la moglie Maria José. Al termine delle visite, nel salone delle adunanze, una magnifica grande sala dotata anche di un’ottima acustica e in passato utilizzata per concerti, Maestri dell’Orchestra Cherubini si alterneranno per offrire ai visitatori l’esecuzione di brani del proprio repertorio musicale per l’intera giornata di sabato e la mattina della domenica.

 

FAENZA (RA)

Palazzo Milzetti

Palazzo Milzetti, come appare oggi, presenta la sistemazione architettonica progettata dall’arch. Giuseppe Pistocchi (1744-1814) nell’ultimo decennio del Settecento. Probabilmente fu il conte Nicola Milzetti, che già aveva affidato al Pistocchi la trasformazione (c.1785) del vecchio edificio della Posta, sul corso di Porta Imolese a Faenza, a coinvolgere quell’architetto nella ristrutturazione del nucleo delle antiche case Milzetti, danneggiate dal terremoto del 1781.

Grazie alla straordinaria collaborazione con la Direzione Regionale Musei Emilia Romagna, sarete condotti dai giovani studenti Apprendisti Ciceroni alla scoperta di questo gioiello del Neoclassicismo, a 200 anni dalla morte di Felice Giani. Ad egli va fatta risalire l’invenzione dell’intero partito decorativo del Palazzo, progettato in tutti i dettagli. Suoi sono infatti i disegni, ora ritrovati, per i pannelli a stucco eseguiti da Antonio Tretanove e successivamente da Francesco e Giovan Battista Ballanti Graziani; suoi sono gli studi per la parte ad ornato eseguita da Gaetano Bertolani e sue anche le soluzioni d’interno per gli arredi realizzati in quegli anni. I dipinti sono stati condotti, anziché ad affresco, a tempera su muro; una tecnica meno costosa, che consentiva grande velocità nell’esecuzione e colori brillanti, trasparenti e tersi.

 

MASSA LOMBARDA (RA)

Archivi Mazzini

Gli archivi di ricerca Mazzini si collocano in un ampio edificio nella periferia di Massalombarda, cittadina romagnola a lungo nota per la produzione frutticola, già dal primo dopoguerra aperta al commercio su scala europea. In un contesto periferico, lontano dalle capitali della moda, si è sviluppata una realtà di eccellenza, unica sul territorio italiano, in uno spazio accuratamente strutturato per condividere arte, bellezza, storia della moda e del costume.

I visitatori entrando nei grandi padiglioni dell’archivio si imbattono dapprima in una piccola mostra di opere d’arte e abiti di eccellenza, cifra di uno spazio in grado di suscitare stupore ed emozione. Il percorso si addentra poi fra straordinarie, interminabili teorie di indumenti e accessori collocati in base alla tipologia, all’epoca, allo stilista ideatore, al colore, al materiale attraversando il Novecento, fino alla contemporaneità: un viaggio fatto di vissuto, storia, attualità, arte cultura, design.

 

 

REGGIO EMILIA

Due le mete nel Reggiano: Villa Magawli in città e il borgo antico di Castellarano in provincia.

 

Elenco completo dei luoghi aperti in EMILIA ROMAGNA e modalità di partecipazione all’evento su

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=EMILIA%20ROMAGNA 

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione.

Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.