Sanità: 50 mln per personale e liste d’attesa

assunzioni sanitarie

Martedì 6 luglio la Regione Emilia-Romagna ha firmato un accordo con le principali sigle sindacali confederali e della sanità pubblica per riconoscere, qualificare e valorizzare il lavoro dei professionisti del settore sul territorio emiliano-romagnolo.

I principali ambiti di intervento dell’intesa, che potrà contare su una dotazione economica fino a 50 milioni di euro, sono tre: l’impegno a garantire il trattamento economico dei lavoratori della sanità, per riconoscere la loro professionalità durante la pandemia, oltre i vincoli attualmente imposti dalle leggi nazionali; la valorizzazione dei servizi forniti per la campagna vaccinale, l’utilizzo di prestazioni aggiuntive per recuperare quelle non erogate a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 e la conseguente riduzione delle liste d’attesa; l’istituzione di una direzione assistenziale in ogni azienda sanitaria e la definizione di percorsi di formazione complementare regionale per dare il giusto riconoscimento alle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche e tecniche della riabilitazione e della prevenzione.

Le basi dell’intesa poggiano sul nuovo Patto per il lavoro e per il clima, sottoscritto lo scorso dicembre, che mette in rilievo la consapevolezza (ancor più rafforzata dopo un anno e mezzo di pandemia) del “valore inestimabile e indiscutibile di una buona sanità, pubblica e per tutti, radicata nel territorio”, come viene ribadito nel documento sottoscritto con i sindacati, perché tutti i professionisti della sanità “hanno dimostrato di essere un presidio fondamentale di prossimità territoriale da riconoscere, qualificare e valorizzare”.

A presentare l’accordo sono stati l’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini e i rappresentanti delle segreterie regionali confederali: Paolo Palmarini, segretario generale Uil-Fpl Emilia-Romagna; Mauro Puglia, segretario generale Fp-Cgil Emilia-Romagna; Lavinia Carmela, segreteria regionale Cisl-Fp Emilia-Romagna.


L’accordo, l’ultimo in ordine cronologico, si inserisce in un percorso di rafforzamento della sanità pubblica in Emilia-Romagna che dal 2018 ha visto la stabilizzazione di 7.200 professionisti, tra cui 1.700 medici e 2.500 infermieri. Ad oggi, inoltre, gli assunti per la pandemia ancora in servizio sono 8.192, tra cui 1.366 medici e 4.053 infermieri.

“Vogliamo valorizzare e qualificare il sistema sanitario regionale anche oltre la gestione emergenziale della pandemia, perché le donne e gli uomini che lavorano negli ospedali e negli altri luoghi di cura dell’Emilia-Romagna in questi mesi hanno dimostrato ancora una volta e ancora di più la qualità della nostra sanità, pubblica e universalistica”, ha sottolineato l’assessore Donini.

“Il loro impegno è andato oltre i semplici doveri di lavoratori, in un’ottica di vero e proprio senso di responsabilità e servizio nei confronti di tutta la comunità. Il nostro è un investimento per il futuro: non può esistere una ripartenza senza alle spalle la solidità di una sanità pubblica sempre più efficiente e capace di rispondere, in termini di strutture, tecnologie e personale, alle nuove esigenze. Con questo accordo interveniamo per far sì che il personale sanitario abbia ciò che gli spetta, superando i vincoli attualmente imposti dalle leggi nazionali, e poniamo le basi per una sanità ancora più all’avanguardia e inclusiva, valorizzando ogni professionalità nei suoi diversi aspetti e competenze”.