Salati: crateri nelle strade, la colpa è dell’asfalto

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“Anche quest’anno abbiamo delle strade che paiono carraie è l’attuale amministrazione comunale ha anche il coraggio di dare la colpa a quei quattro centimetri di neve caduti nelle scorse settimane, una scusa simile a quella usata dopo le alluvioni, quando la colpa è stata attribuita quasi completamente alle nutrie e non alla mancata cura degli argini.
Tutto questo è davvero tragico, un rifiuto di assumersi le proprie responsabilità: le nostre strade sono pericolosamente a pezzi, mancano strategie utili a trasformare le nostre strade in percorribili in modo sicuro.

Spendiamo molti denari in manutenzione, ma la verità è che nonostante i dubbi sollevati da tempo sulla qualità dell’asfalto utilizzato nel reggiano, nessuna rassicurazione è stata data circa verifiche che ne spieghino le motivazioni della loro fragilità, perché resistono al traffico 10-12 mesi, costringendo la comunità a sborsare denaro per la manutenzione straordinaria e per ricoprire buche che dovrebbero presentarsi solo dopo molto tempo e non dopo pochi mesi.
Come reggiano conosco bene la situazione, e proprio per questo ho intenzione di invertire la rotta e di dare a Reggio Emilia la viabilità che si merita. I cittadini e le imprese hanno alzato la mano per suggerirmi alcune priorità impegnati a segnalarmi irregolarità e situazioni gravi direttamente e anche via social.

Occorre rivedere tutte le politiche fatte fino ad ora sulla viabilità”.



Ci sono 3 commenti

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  1. arzan

    Mi spiegate come mai in Austria dove il clima è più rigido e la neve più frequente il manto stradale sembra un tavolo da biliardo?

  2. Paolo

    Le cause possono essere molteplici dalla qualità dell’asfalto al sale utilizzato in funzione antighiaccio e non da ultimo la posa di innumerevoli infrastrutture negli anni passati con scavi e lavori di ripristino inadeguati che hanno decompattato il sottofondo.
    Di certo strade, ma anche ciclabili sono un colabrodo che non può essere giustificato da 5 cm di neve marcia e in ogni caso si dovrebbe intervenire immediatamente a salvaguardia innanzitutto di ciclisti e motociclisti che con buche profonde 20 cm rischiano la vita ogni giorno.
    E non si venga a dire che per fare ripristini duraturi occorre attendere condizioni climatiche favorevoli, lasciare le strade in queste condizioni nell’evidenza di come sono ora è da respnsabilità penale.

    • EC

      Intervengo da tecnico (ingegnere civile specializzato in infrastrutture di trasporto). I dissesti sulle ns. pavimentazioni sono per lo più riconducibili a tre cause:
      1) scadente mix design degli strati legati (miscela bitume+inerti), aggravato anche dall’ impiego di aggregati calcarei appennici inadatti a favorire il drenaggio piovano. Le numerose “ormaie” (scivolamenti superficiali del manto) dimostrano il cattivo design della miscela.
      2) erroneo progetto\realizzazione degli strati di fondazione e presenza di numerose interferenze di infrastrutture profonde (collettori, scavi in trincee) mal ripristinate. Soprattutto, l’assenza di opere di sigillatura con bitume a caldo effettuata nelle fessurazioni di superficie (al contrario di tutto gli altri paesi d’Europa) accorcia esponenzialmente la durata della strada poiché il dilavamento prodotto dalle acque meteoriche tra gli strati di fondazione determina l’eliminazione della frazione fine ed il conseguente cedimento del pacchetto per compattazione degli aggregati grossi (in cui aumenta la % di vuoti corretta).
      3) il deleterio impiego di “asfalto freddo” spesso steso (a mo’ di pezza) in periodi climatici del tutto inadeguati (temperatura troppo rigida) e senza l’impiego di emulsioni d’attacco o polimeri di rinforzo. Meglio procedere al ripristino di porzioni più ampie (con fresatura dell’asfalto circostante al punto di dissesto) con stesa di nuova pavimentazione (e non di “pezze” inutili realizzate con asfalti preconfezionati e stesi a temperatura inadeguata).
      A tutto il resto ci pensa poi l’impiego SMODATO di sali fondenti per neve\ghiaccio nel periodo invernale, peraltro responsabile anche del degrado dei manufatti in calcestruzzo (ponti, viadotti, muri di sostegno, ecc) e di inquinamento ambientale serio delle falde e dei terreni.

      In sostanza si opera (in tutta Italia), convinti di risparmiare, quasi sempre esattamente al contrario di quella che è la tecnica e le indicazioni progettuali corrette. Ovviamente si finisce poi per spendere molto più che con una corretta progettazione\esecuzione realizzativa.


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