Quando l’anziano diventa inutile

anziano Covid

Il disastroso tweet domenicale del governatore ligure Giovanni Toti, secondo cui i pensionati non sono indispensabili alla produttività del paese e di conseguenza possono essere sacrificati sull’altare della pandemia, contiene una traccia interessante circa la percezione sociale degli anziani e anche dei morenti.


È ragionevole immaginare che il social media manager autore del tweet a cui Toti ha attribuito la responsabilità dell’errore sia una persona di età giovane e, appunto, produttiva. L’ingenua scioltezza con cui egli ha collocato i vecchi in una condizione di sostanziale inutilità circa l’obiettivo economico del paese dice molto riguardo la diffusione di un pensiero che nega la sacralità della vita e assegna all’essere umano una mera funzione di utilità pratica al servizio di una qualche proprietà, sia essa anche la proprietà dello Stato.

Questo filone di pensiero ha segnato gran parte della storia umana. Nei tempi antichi e in quelli moderni gli schiavi sono sempre esistiti. L’avvento della democrazia e delle società liberali evolute affermatesi in Europa e nel Nord America, ispirate da pensieri alti che scaturiscono dalla filosofia greca, ha restituito agli umani condizioni psicologiche e sociali fondamentali quali la dignità e i diritti individuali intangibili. Chi sia cresciuto nell’evo contemporaneo è abituato a dare per scontati detti valori. Talvolta invece l’abominio tende a fare capolino e svela i lati oscuri dell’animo umano.

L’accelerazione della storia resa possibile dalla globalizzazione dei mercati e degli scambi ha visto affermarsi nel mondo una sola ideologia, ossia l’ideologia del benessere materiale. Il socialismo novecentesco è stato sconfitto quasi ovunque, fuorché in talune versioni occidentali molto light, ed è stato sostituito dal primato della crescita economica. Ciò è valso per le democrazie liberali e per i sistemi totalitari (la Cina avanti a tutti).

Se non irrobustito da una forte componente di libertà e di diritti individuali, il capitalismo finanziario è destinato inevitabilmente a scontrarsi con una visione umanistica della civiltà. Cinismo e materialismo non mitigati da politiche sociali di inclusione producono separazione, distanza e sofferenza. Il caso del social manager di Toti è esemplare: l’anziano pensionato è fuori dal ciclo produttivo, dunque non è utile alla corsa economica dello stato. Ne consegue allora la domanda: ma quanto vale la vita di un anziano?

In queste giornate di rinnovato timore per le conseguenze della pandemia ci siamo riavvicinati al pensiero della malattia e della morte. Anche se cerchiamo di evitarlo, e nel farlo sbagliamo, la vicinanza al pensiero della morte nostra e altrui ci interroga sul mistero dell’esistenza. Perché siamo qui? Chi siamo veramente? Esiste un’altra vita?

Riflettiamo anche sulla nostra condizione di esseri sensibili e intelligenti. Quanto sarebbe misera una coscienza incapace di fare i conti con la malattia e la morte, essendo sani e vivi. Cosa sarebbe della nostra identità profonda se si limitasse a essere considerata una forza “produttiva”.

Se ci fermiamo un istante a pensare comprendiamo facilmente che la condizione umana trascende la nostra capacità di agire in senso economico. Siamo ossia consapevoli che ciò che è davvero importante richiama valori etici e spirituali. Non materiali. Se si ammala un nostro famigliare o un amico caro, avvertiamo la possibilità di non rivederlo mai più, e questo provoca dolore e rimpianto.

Siamo assuefatti a modelli esistenziali che rigettano la vecchiaia, la malattia e la morte. Altre civiltà seppero temere in grande considerazione il patrimonio esperienziale degli anziani. Noi abbiamo perduto la capacità di rendere “produttiva” quella saggezza. Peggio ancora: indossiamo gli anni che passano quasi fossero una colpa.




Ci sono 2 commenti

Partecipa anche tu
  1. paolo

    A dire il vero già considerare l’ipotesi delle limitazioni di spostamento per fasce d’età è da menti malate, alla Goebbels per intenderci, e chi sarebbero quelli che stabiliscono i limiti temporali.. i cosiddetti esperti o competenti che và di moda…
    Scherzavo proprio qualche giorno fà con figli e amici su una soluzione del genere, tipo “Soluzione Finale”… scherzavo appunto in un contesto diverso da un CDM.


I commenti sono chiusi.