Dietrofront di Max Mara, ora Massari rincorre Maramotti: “Possiamo dialogare”

Marco Massari inaugurazione parco Reggia di Rivalta – CoRE

Lunedì 30 giugno, con una mossa a sorpresa, Max Mara Fashion Group ha annunciato la decisione – definita “definitiva e irrevocabile” – di abbandonare il progetto del cosiddetto “Polo della moda” che sarebbe dovuto sorgere a Mancasale, nell’area delle ex Fiere di Reggio. La scelta è stata comunicata dal presidente del gruppo Luigi Maramotti con una lettera inviata al sindaco di Reggio Marco Massari.

Proprio il primo cittadino reggiano, a stretto giro, ha replicato all’imprenditore: “Siamo sorpresi e rammaricati della decisione di Max Mara Fashion Group di abbandonare il progetto del Polo della moda, un progetto importante per il quale tante energie positive sono state profuse da entrambe le parti. Come sindaco e come amministrazione comunale restiamo disponibili a riprendere il confronto”.

Il sindaco ha ricordato che l’impegno dell’amministrazione comunale “è stato totale, fino all’approvazione senza se e senza ma del Paip da parte del consiglio comunale del 23 giugno, non condizionato né oggi né in futuro allo sviluppo di relazioni industriali che riguardano le parti”.

“Il libero dibattito democratico che si sviluppa in consiglio comunale”, ha aggiunto Massari, “va rispettato, così come è dovere del sindaco e dell’amministrazione ascoltare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ne facciano richiesta: lo abbiamo fatto il 25 giugno con una delegazione delle lavoratrici, mantenendo un atteggiamento equilibrato di ascolto, così come lo faremo nella giornata del primo luglio, quando era già fissato un ulteriore incontro con un’altra delegazione di lavoratrici dello stesso gruppo”.

Il sindaco Massari ha anche sottolineato di aver cercato il presidente del gruppo Max Mara nelle scorse settimane, “senza che ci sia stato modo di incontrarsi”, auspicando che “ci sia a breve occasione per riprendere il dialogo”.



Ci sono 5 commenti

Partecipa anche tu
  1. Ettore

    Per chi vive nella bolla ideologica marxista non esiste rapporto di lavoro subordinato che non implichi sfruttamento. Chi non sposa questa visione è un servo, se alla protesta aderiscono meno del 30% queste vanno considerate avanguardie consapevoli, il sindacato di riferimento ha lo scopo principale di accendere fuochi non di promuovere l’accordo tra le parti in una visione reciprocamente profittevole. Questa mentalità paleo classista era stata messa in soffitta negli anni da una classe dirigente progressista che senza rinunciare ai propri valori promuoveva senza paraocchi la crescita del territorio facendo così della regione una delle più prospere del Paese. Con l’avvento di Schlein e del suo collettivo studentesco, non a caso considerato in gran sospetto dagli iscritti del partito e da Prodi stesso, è tornato a soffiare il vento ed urlare la bufera con sindaci ed assessori “no pasaran” Risultati Bologna una fogna a cielo aperto ed episodi come questo.

  2. Gabriele

    Caro Marco, confronto democratico vuol dire permette ai cittadini (direttamente o attraverso i loro rappresentanti) di partecipare attivamente alle decisioni pubbliche mettendo a confronto diverse prospettive per il bene comune e non schierarsi!!
    Peccato…
    Ora ti tocca la “vergogna” di rincorrere e rimediare al danno!!

    • Giuseppe

      Non credo il sindaco si debba vergognare per aver svolto il proprio ruolo.
      La vergogna sta in ben altri ambiti e in quelli lavorativi delle aziende se ne possono trovare tanti.
      Basti spulciare tra le cause legali di dipendenti maltrattati per mobbing e che le aziende sono brave a nascondere.
      Peccato che il singolo lavoratore rappresenti una goccia nel mare e per una volta che si ha il coraggio di farsi avanti in gruppo si da addosso al Sindaco.
      Nelle aziende c’è molta ipocrisia e molti dipendenti reticenti.

  3. Orbàn Mila

    Eh già, sarebbe bello vedere il bagnoschiuma Pagliani e Aragona lavorare un paio di settimane alle Manifattura San Maurizio…ma i sogni belli non si avverano mai, ahimè!

  4. Mirko

    Massari è un disastro, e poi di quale libero confronto democratico parla se l’opposizione è esautorata dalle discussioni in consiglio comunale?


Rispondi a Mirko Annulla risposta