Passante di Bologna e bretella Campogalliano-Sassuolo, Toninelli ferma l’Emilia

Toninelli

Martedì 12 febbraio la Regione Emilia-Romagna ha annunciato di aver presentato ricorso alla Corte Costituzionale sulla questione del passante di Bologna e di aver convocato immediatamente le parti sociali dopo lo stop annunciato in giornata dal ministro Danilo Toninelli alla Sassuolo-Campogalliano, bretella sulla quale poco più di tre mesi lo stesso ministro aveva riconosciuto la competenza della Regione dando un sostanziale via libera all’opera.

“Non intendiamo assistere allo scempio che il governo sta facendo del principio di legalità e di una collaborazione istituzionale che dovrebbe essere nella norma – hanno commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale ai trasporti e alle infrastrutture Raffale Donini – col solo obiettivo, che inizia a essere sempre più chiaro, di voler colpire l’Emilia-Romagna senza rendersi conto che questo, oltre a danneggiare cittadini, imprese e lavoratori di questa regione, danneggia l’intero paese”.

Progetto del passante di Bologna

La Regione Emilia-Romagna, come primo atto, ha presentato ricorso alla Consulta contro il governo sollevando il conflitto di attribuzione sul passante di Bologna. Già formalmente depositato, l’atto fa seguito al silenzio dell’esecutivo dopo che il 28 gennaio scorso la Regione, il Comune e la Città metropolitana di Bologna avevano inviato una formale diffida a Palazzo Chigi per chiedere di revocare la sospensione della Conferenza dei servizi e di trasmettere il nuovo progetto sull’infrastruttura agli enti locali, tenuto conto del ruolo di valutazione e di decisione che spetta alla Regione sulle opere pubbliche rilevanti sotto i profili urbanistico, edilizio, ambientale sociale ed economico. Trascorsi i dieci giorni di tempo previsti, a fronte della mancata risposta dal governo è scattato il ricorso alla Corte costituzionale, previsto nella diffida stessa in caso di silenzio.

Secondo la Regione la sospensione della Conferenza dei servizi in maniera unilaterale da parte del Ministero delle Infrastrutture determina, in modo illegittimo, una sospensione della procedura amministrativa su un progetto – quello del Passante di Bologna – che ha già compiuto il suo iter autorizzativo, compresa la Via (valutazione di impatto ambientale), determinando di fatto un esautoramento delle istituzioni locali.

Il ricorso presentato chiede “di porre fine a tali comportamenti e di intraprendere i percorsi costituzionalmente dovuti coinvolgendo la Regione Emilia-Romagna in vista dell’attuazione dell’intesa già raggiunta o del conseguimento di una nuova intesa sul Passante. Non spetta allo Stato – si legge nel dispositivo inoltrato alla Consulta – in violazione del principio costituzionale di leale collaborazione e delle competenze costituzionali della Regione Emilia-Romagna in materia di governo del territorio e grandi reti di trasporto, omettere di riconvocare la Conferenza dei servizi già rinviata nell’agosto scorso”; così come di “procedere all’unilaterale progettazione degli interventi di potenziamento del sistema autostradale e della tangenziale di Bologna” e, infine, di “omettere di far conoscere alla Regione il progetto alternativo, già presentato ad Autostrade spa, e di cui la Regione è venuta a conoscenza a dicembre 2018 attraverso i giornali”.

L’iniziativa unilaterale del governo, secondo la Regione, “comporta una menomazione dell’autonomia politica della Regione, quando il vantato risparmio dell’opera si traduce in una drastica riduzione delle risorse” che erano già state messe a disposizione dal concessionario per la realizzazione del Passante.

Per il sindaco di Bologna Virginio Merola “il giusto ricorso alla Consulta promosso dalla Regione Emilia-Romagna è dovuto all’arroganza e all’incompetenza di questo governo che, su un progetto strategico come quello del Passante di Bologna, ignora gli enti locali liberamente eletti”.

A Bonaccini ha replicato con un post su Facebook il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Dell’Orco: “Il presidente dell’Emilia-Romagna che si lamenta perché in pochi mesi non abbiamo risolto quello che loro non hanno fatto in 20 anni non è credibile. L’ansia da poltrona che sta scadendo non dovrebbe pregiudicare il buon senso. Piuttosto pensi ai 288 milioni di euro per il trasporto pubblico locale che gli abbiamo appena erogato”.



C'è 1 Commento

Partecipa anche tu
  1. arzan

    C’è davvero bisogno di questa grande opera con la presenza della superstrada Modena Sassuolo già ben connessa con l’uscita autostradale? E di tutte quelle porcate accessorie alla bretella? Mantenete “bene” ed in funzione ciò che abbiamo (vedi strade martoriate).


I commenti sono chiusi.