Covid, Consiglio: ok a screening di massa

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Proseguire nell’attività di screening per individuare i casi di coronavirus per continuare a contrastare la diffusione del virus. L’Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza una risoluzione in tal senso proposta dal Pd con prima firmataria Lia Montalti.

“Se in questi mesi la situazione è cambiata in positivo è anche perché lo screening regionale è stato messo in campo dalla Regione rapidamente per garantire più sicurezza per i cittadini”, spiega Montalti che ricordato come l’azione dell’amministrazione regionale ha evitato il ricorso a test non validati e quindi più dannosi che utili. Sulla stessa linea anche i Democratici Katia Tarasconi (“Non si potevano autorizzare test non certificati perché potevano dare risultati che creavano confusione, è stato fatto un grande sforzo”), Giuseppe Paruolo (“Mi appello a tutti perché non si dia l’impressione che le precauzioni anti coronavirus appartengono al passato, ma si tratta delle condizioni necessarie per le aperture: non c’è un via libera tutti”) e Francesca Maletti (“Dobbiamo con serietà gestire la realizzazione dei test sierologici soprattutto in vista della ripresa dell’anno scolastico”). A favore del prosieguo dello screening arriva anche il voto favorevole di Igor Taruffi (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) e Silvia Zamboni (Europa Vede).

L’Assemblea ha invece bocciato le risoluzioni proposte dall’opposizione (Fdi, Lega e M5s) perché le loro richieste sono già superate dalle scelte fatte in questi mesi dall’amministrazione regionale. Nonostante il voto contrario dell’Assemblea, i rappresentati delle minoranza hanno ribadito la validità delle loro richieste.

“I test sierologici sono partiti in ritardo, se si fosse accelerato prima forse ci sarebbero stati meno problemi”, spiega, infatti, Giancarlo Tagliaferri (Fdi), mentre Valentina Stragliati (Lega) ricorda la situazione molto complessa vissuta dalla provincia di Piacenza e la necessità di fare lo screening agli operatori della Protezione Civile. Dal canto suo Marco Lisei (Fdi) ricorda come “Ancora non è riconosciuto il diritto alla malattia per chi risulta positivo ai test sierologici e forse questo è il motivo per cui molti lavoratori non vogliono sottoporsi ai test”.



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