Vigili arrestati, i sindaci della val d’Enza: “Per gli illeciti contestati, se confermati in giudizio, c’è il licenziamento”

Nei giorni scorsi le indagini partite nel novembre del 2017 dopo un esposto anonimo arrivato in procura hanno portato all’arresto di due agenti della Polizia municipale della Val d’Enza, Tito Fabbiani e Annalisa Pallai: dovranno rispondere di concussione, abuso d’ufficio, peculato, omessa denuncia, truffa aggravata ai danni dello Stato e mobbing. Secondo le accuse i due avrebbero creato un vero e proprio "sistema di potere" per perseguire i propri interessi personali.




Giovedì 19 luglio i sindaci della Val d’Enza si sono incontrati a Cavriago per una riunione di carattere straordinario per valutare le azioni conseguenti. Dopo aver ribadito il pieno sostegno all’operato delle forze dell’ordine e della magistratura, i sindaci hanno auspicato "una rapida conclusione del percorso giudiziario" confermando "la massima trasparenza nei confronti dei cittadini e della comunità – compatibilmente con il procedimento in corso – rispetto a dati e fatti a nostra disposizione che consentano di fare piena luce sull’accaduto".

Con specifico riferimento all’utilizzo delle auto di servizio, i sindaci hanno ricordato che il parco auto del corpo di Polizia municipale è dotato sia di mezzi contrassegnati dallo stemma del servizio che – per determinate esigenze operative –  anche da mezzi non contrassegnati. Le verifiche effettuate hanno confermato che l’utilizzo delle auto in dotazione è sempre stato puntualmente registrato dalla centrale operativa della Polizia municipale, costantemente presidiata da un operatore, con assegnazione nominativa per associare giorno per giorno gli automezzi in uso ai singoli operatori.

"Nella consuetudine – hanno confermato i primi cittadini – è vero che la Mazda CX3 (acquistata con caratteristiche specifiche per poter essere utilizzata anche in caso di interventi di protezione civile e con condizioni meteo difficoltose) veniva per ragioni di servizio prevalentemente utilizzata dal vicecomandante, come è vero che altri automezzi vengono prevalentemente utilizzati da altri dipendenti. Nulla di irregolare è risultato all’ente, prima delle comunicazioni dell’esito delle indagini della procura e dei carabinieri".

"Se le accuse apprese dai mezzi di informazione saranno confermate – hanno sottolineato i sindaci in un comunicato – non si faranno sconti a nessuno". È stata già inoltrata alla procura la richiesta degli atti ufficiali. Via via che il quadro probatorio si andrà completando, l’Unione dei Comuni valuterà i provvedimenti da assumere: per gli illeciti contestati, se confermati in sede di giudizio, il contratto di lavoro prevede il licenziamento.

"Il mancato rispetto delle norme e l’abuso di potere da parte di funzionari pubblici, tanto più se indossano una divisa, è un fatto intollerabile che danneggia i cittadini e l’ente che li rappresenta", hanno aggiunto i sindaci: "Confermiamo pertanto l’intenzione, se le accuse verranno confermate in sede di giudizio, di costituirci parte civile e chiedere il risarcimento morale che si rende necessario a seguito di fatti di questa gravità. Vogliamo tutelare l’ente e soprattutto i tanti operatori della Polizia municipale che sono quotidianamente impegnati con dedizione e piena osservanza delle norme nel tutelare la sicurezza delle persone e del territorio. La loro immagine presso i cittadini, per i quali sono un importante punto di riferimento nella risoluzione dei problemi quotidiani, rischia di essere ingiustamente e gravemente danneggiata dal comportamento di pochi".

Con riferimento alla posizione della comandante, "che ha pienamente collaborato alle indagini su Fabbiani e Pallai", i sindaci hanno precisato che non sono pervenute all’ente informazioni inerenti addebiti specifici a suo carico.

"Manifestiamo la nostra solidarietà – hanno concluso i sindaci – agli operatori della Polizia municipale, che in giorni certamente non semplici continuano a prestare la loro attività con i consueti ritmi, particolarmente elevati nel periodo estivo. Certamente questa difficile fase, una volta fatta totale e definitiva chiarezza sui fatti, consentirà di proseguire con maggiore e rinnovato impegno nel perseguire i numerosi e importanti obiettivi che attendono il corpo".