Rimborsopoli, il consigliere regionale reggiano Gian Luca Sassi espulso dal Movimento 5 Stelle

Si allarga ogni giorno che passa il caos della cosiddetta "Rimborsopoli" del Movimento 5 Stelle, riguardante la mancata restituzione – contrariamente agli impegni presi dagli eletti e dalle elette pentastellati alla Camera, al Senato e nelle Regioni – di una parte dello stipendio da parlamentare o da consigliere regionale sotto forma di versamento al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese.




Dopo l’apertura del vaso di Pandora da parte della trasmissione di Italia 1 "Le Iene", che per prima ha sollevato il caso a livello nazionale qualche giorno fa, si sta arricchendo di altri nomi la lista dei presunti inadempienti; l’ultima novità, dopo che sono state passate al setaccio le posizioni dei deputati e dei senatori Cinque Stelle, riguarda il nome del consigliere regionale reggiano dell’Emilia-Romagna Gian Luca Sassi.

Come ha ammesso il consigliere comunale bolognese Max Bugani, fedelissimo dei vertici M5S, Sassi risulterebbe non aver mai effettivamente versato al fondo per il microcredito oltre la metà degli 81mila euro dichiarati invece sul sito TiRendiconto.it: anche in questo caso il "trucco" utilizzato per aggirare uno dei capisaldi del regolamento interno M5S sarebbe stato quello di pubblicare ricevute di bonifici di fatto mai eseguiti, oppure in un primo momento effettuati ma poi immediatamente revocati.

"Mi hanno chiamato da Roma ed è vero: dai controlli dei conti che hanno fatto sono emerse irregolarità anche da parte di Sassi, da quanto ne so non avrebbe versato più della metà dell’ammontare. È l’unico caso che mi hanno segnalato in Regione", ha ammesso Bugani.

Dopo l’accertamento sulla sua posizione, Sassi è stato infine espulso (assieme a 8 parlamentari pentastellati) con un post sul blog del Movimento 5 Stelle in cui si ricorda che i nove ormai ex M5S "nonostante si siano comportati meglio di tutti gli altri parlamentari del Pd, di Forza Italia, della Lega, avendo comunque fatto parziali donazioni dei propri stipendi e contribuito a integrare il Fondo per il microcredito, non hanno donato quanto promesso verso i cittadini, disattendendo gravemente le regole del MoVimento 5 Stelle. Per questi motivi sono stati automaticamente espulsi".