Omicidio buttafuori, arresto dopo oltre 20 anni. Cold case risolto dalla polizia di Stato

Cold case risolto dalla Polizia di Stato. Gli investigatori, 19 anni dopo i fatti, sono riusciti a dare un nome e un volto all’autore dell’omicidio di Valeriano Poli, 34enne buttafuori assassinato a colpi di pistola la sera del 5 dicembre 1999 a Bologna.

Il presunto killer, un 59enne bolognese, è stato arrestato. Mentre risulta essere indagato in stato di libertà un altro bolognese, con l’accusa di favoreggiamento personale. Le indagini, coordinate dalla Procura di Bologna, sono state condotte dai poliziotti della Sezione Omicidi della Squadra mobile bolognese con il determinante contributo dell’Udi (Unita’ Delitti Insoluti) della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato.   

Alla soluzione del giallo si è arrivati, dopo oltre due anni di accertamenti, grazie a una innovativa tecnica di comparazione tridimensionale, utilizzata per la prima volta in Italia in ambito forense, denominata Analysis of Virtual Evidence (cosiddetto "teatro virtuale"). E stato così possibile, a distanza di molti anni dal delitto, raccogliere un "quadro indiziario grave, preciso e concordante" a carico del destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare. Le tappe della vicenda "Un’esecuzione in stile mafioso", scrissero un po’ tutti i giornali dell’assassinio di Valeriano Poli, ucciso con otto colpi di pistola calibro 7,65 in via della Foscherara, alla periferia della citta’, mentre rincasava a notte fonda: l’ultimo, quello di grazia, fu esploso a bruciapelo alla testa da un killer spuntato dal buio a bordo di un motorino. E capace di rientrare, in quel buio, per quasi venti anni.   
Trentaquattro anni, per gli amici il Nano, istruttore di nuoto di giorno e buttafuori nei locali della Bologna by night, Poli si era fatto probabilmente più di un nemico proprio per il suo lavoro notturno, ma le molteplici piste battute dagli investigatori – nessuna esclusa – non approdarono ad alcun risultato concreto.  E alla fine, inevitabile, arrivò l’archiviazione. 

L’anno scorso, improvvisa, la svolta, quando si seppe che qualcuno, a Bologna – in procura e alla squadra mobile – non si era rassegnato a quell’epilogo, e che il fascicolo di quel cold case era stato strappato alla polvere dei cassetti e usato come base di una nuova inchiesta, aiutata da tecnologie sofisticatissime. Filtrò anche l’indiscrezione di un nuovo nome iscritto (per favoreggiamento) nel registro degli indagati, quello del testimone di una vecchia rissa tra il Nano ed un uomo, fuori da una discoteca. Un uomo uscito malconcio dal corpo a corpo. E deciso a vendicarsi.