Il vino del terremoto

Sposarsi in gondola con una veneziana doc, è un matrimonio implicito anche con la città più bella del Mondo. Lasciare Venezia e il “sognato” posto fisso al Ministero dell’Agricoltura, nel 1972 in piena crisi economica, una totale follia. Prendere il lavoro del padre appena morto, come vignaiolo. Ramandolo. Il richiamo alla sua terra così forte da fare la follia.

 
Parte male l’avventura di Giovanni da imprenditore: nel 1976 il terribile terremoto del Friuli.
La moglie Renata, la veneziana, c’è e anche in quei momenti terribili: rimane e rimarrà la “colonna” per Giovanni. La passione.

 
10 ettari a Ramandolo sovrastati da una chiesetta quattrocentesca diventata icona dei prodotti. Monte Bernadia ripara le viti che affondano in terreni formati da marne di origini eoceniche, dai venti freddi provenienti dal nord.
“Roncat” in friulano significa collina ostica, “brutto vigneto”. L’azienda di Giovanni ne ha tanti, ma come i cavalli difficili e complicati, vanno “duramente addomesticati” perché possono dare vini importanti.
Dalle terre che ospitavano le baraccopoli dei terremotati una cantina che non si è mai fermata nel crescere e nel portare nuove tecnologie. 
 
Zero parole d’inglese. Un mondo di contadini locali come humus culturale. Poca poesia dal campo: lavorare 12 ore al giorno. Altro che marketing e marketing. Napa Valley in California mille anni lontano dalla cantina Dri. 
Due settimane passate nella terra a stelle strisce negli anni 80 senza biascicare due parole d’inglese. In giro per cantine californiane. Rimase sbalordito di come la cantina richiamasse turismo, un luogo che per lui era solo di lavoro, passione e tanta fatica. Nel 90 inaugura finalmente la sua cantina. Un gioiello. Doveva essere un luogo per turisti e appassionati. Lo diventa. Precursore italiano, la sua sede entra nei circuiti nazionali degli appassionati di vini.

 
Testa dura, istintivo ed istrionico: combatterà per valorizzare quel vitigno autoctono poco valorizzato come era il Ramandolo in un tempo in cui i vini passiti friulani non erano ancora così apprezzati.
Il carburante per i contadini. Una distilleria nata come tanti decenni fa; oggi punto di riferimento per la qualità dei suoi prodotti. Tra tutti spicca la “grappa di Ramandolo Rud”, che in friulano rud vuol dire puro, non mescolato ad impurità.
Picolit ne ha parlato Giovanni dedicandole poesie e frasi d’amore.” Bella eterea trasparente come il chicco che ti dà la vita, mia cara fanciulla che rincorri i miei sogni”. Oltre cinquanta vendemmie sule spalle ed un amore smodato per quelle antiche vigne che lo hanno portato in giro per il mondo, facendo raccontare sublimemente alle sue bottiglie profumi e storia della sua terra che nessun traduttore avrebbe mai potuto far meglio nel trasferire agli appassionati di tutto il mondo l’eccellenza di questo angolo italiano.