Governo, Di Maio riapre a Salvini: “Con la Lega si può fare un buon lavoro”

Sabato 21 aprile il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, a margine della visita al Salone del Mobile di Milano, è tornato a parlare della possibilità di formare un governo con un asse tra M5S e Lega: "Credo fortemente nel fatto che con la Lega di Salvini si possa fare un buon lavoro per il paese. Possiamo fare cose molto importanti. So bene il momento politico che sta vivendo la Lega, ma ho avuto modo di testare la sua affidabilità quando abbiamo eletto le cariche istituzionali in Parlamento e sono sicuro che se firma un contratto di governo tiene fede ai patti".

 

Sull’ipotesi che lunedì prossimo il presidente della Repubblica Mattarella conferisca un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico, invece, Di Maio non si è sbilanciato: "Se mi chiedete di Fico ho solo cose buone da dire. Guardiamo a Mattarella come una figura di garanzia che è stata in grado in questo momento di assicurare la sua imparzialità nella gestione di questo incarico prestigioso".

Nel frattempo, però, nel centrodestra sono di nuovo cambiati gli umori. Dopo le tensioni degli ultimi giorni, infatti, Berlusconi ha tentato di ricucire lo strappo: "Lo stato di salute del centrodestra? Tutto bene. Anche ieri ho parlato con Giorgetti e siamo sempre assolutamente convinti che dobbiamo fare un governo: il centrodestra è unito e Salvini è la persona che deve esprimere il leader", ha detto il presidente di Forza Italia a Campobasso durante la campagna elettorale per le imminenti elezioni regionali in Molise.

L’ex Cav ha escluso di avere un "filo diretto" con il Partito Democratico. "Non ho mai detto di voler fare un governo coi voti del Pd", ha precisato Berlusconi: "Non c’è nessun contatto in atto con il Pd. Ho solo detto che avremmo dovuto presentarci in Parlamento con il nostro programma e raccogliere i voti di tutti coloro che non ritenessero cosa buona per l’Italia e per loro andare a nuove elezioni".

Tra i dem, intanto, c’è l’attesa per le decisioni del capo dello Stato. Il segretario reggente Maurizio Martina ha nuovamente invitato alla calma: "Adesso dobbiamo fare una cosa: aspettare le indicazioni del presidente Mattarella e capire quale sarà lo scenario da lunedì". La minoranza del partito, però, rimane in pressing. "Il Pd non riesce a imboccare la strada per una discussione che era già urgente il giorno dopo del voto e ora diventa drammaticamente urgente", ha detto il ministro della giustizia Andrea Orlando." Tutti i modi in cui ci si può confrontare dentro e fuori il partito sono utili: compresa l’ipotesi di un congresso".