Fucilato dai fascisti, il ricordo di don Pasquino Borghi in San Pellegrino

Il soprabito di don Pasquino Borghi donato da Istoreco è stato esposto nella sagrestia della chiesa di San Pellegrino.

E’ l’indumento che il prete indossava al momento della fucilazione al Poligono di tiro di Reggio Emilia, correva il 30 gennaio 1944, quando il religioso, un mese esatto dall’uccisione dei fratelli Cervi e Quarto Camurri, cadeva sotto il piombo dei proiettili fascisti. Il soprabito, una sorta reliquia del martire della Resistenza, porta ancora i sette fori mortali.

In occasione dell’esposizione del capo riposto in una teca don Giuseppe Dossetti ha ricordato le gesta del prete la cui parrocchia di Tapignola sul monte Prampa (Villa Minozzo) era diventata rifugio sicuro per partigiani.

La parrocchia di San Pellegrino fu tra le prime sedi clandestine del Cln di Reggio Emilia, sotto la spinta di don Angelo Cocconcelli. Vi si riunì la componente cattolica della Resistenza (tra le anime poi delle Fiamme Verdi), tra cui lo stesso don Pasquino, don Cocconcelli e Giuseppe Dossetti senior, gli ultimi due tra i leader del Cln reggiano.
Tra i presenti alla cerimonia di oggi il vescovo Massimo Camisasca, il sindaco Luca Vecchi, il presidente della Provincia Giammaria Manghi, quello dell’Anpi Ermete Fiaccadori, lo storico Massimo Storchi, Pierluigi Castagnetti, Maino Marchi, Albertina Soliani (presidente Casa Cervi). Molta gente ha paretecipato al ricordo in una chiesa piena in ogni ordine di posto.