Dimora d’Abramo: lavoro e corsi a profughi

E’ rappresentato da progetti, servizi e strutture per fasce di cittadini deboli (e, tra questi, una particolare attenzione sarà riservata alle famiglie colpite da sfratto) uno dei nuovi e più importanti filoni di investimento della Cooperativa sociale Dimora d’Abramo, affiancato da ulteriori interventi a sostegno del lavoro dei richiedenti asilo e dal rafforzamento di quelle forme di accoglienza diffusa che – sottolinea il presidente Luigi Codeluppi – "possono generare i più alti livelli di integrazione con il coinvolgimento del volontariato, delle istituzioni e dei cittadini".

 
Il "via" a queste priorità di lavoro è venuto dall’assemblea dei soci della cooperativa di via Normandia, che in questo modo – come sottolinea la relazione del Consiglio di amministrazione – continua a mantenere l’impegno a reinvestire nella comunità e a sostegno dei più deboli le risorse generate dai suoi servizi". 
"In tal senso – osserva Codeluppi – daremo continuità agli investimenti avviati in questi anni grazie ad una gestione rigorosa che, con i suoi risultati, ci consente di rafforzare alcuni servizi svolti in collaborazione con le istituzioni, a partire dall’incremento delle possibilità di accoglienza con esperienze di housing sociale in grado di far fronte alle emergenze determinate anche dalla crisi economica e dalla sua lunga coda in termini di fragilità lavorativa, che si è aggiunta ad una crescente povertà di relazioni d’aiuto anche nelle nostre comunità". 
 
Impegnata  nella gestione di servizi  per la famiglia (e tra questi l’appartamento L’Incontro e una scuola dell’infanzia che coinvolge 257 bambini e 160 famiglie), di una comunità per minori, nell’accoglienza straordinaria di richiedenti asilo, nella gestione della casa albergo comunale e in servizi territoriali di informazione, orientamento e mediazione sociale e culturale, nel 2017 la Dimora d’Abramo ha assicurato sostegno a 2.673 persone. 
"Si tratta – sottolinea Codeluppi – di quasi 1.000 in più rispetto all’anno precedente, ed è un dato che evidenzia sia l’aumento delle persone che vivono in condizioni di fragilità, sia l’incremento degli arrivi di richiedenti asilo che si è registrato sino alla fine del mese di luglio 2017, quando si è poi drasticamente invertita la tendenza sino ad arrivare ad un primo semestre 2018 in cui gli arrivi si sono di fatto azzerati". 
 
Queste dinamiche hanno portato a 196 il numero dei lavoratori della Dimora d’Abramo (29 in più rispetto al 2017), a 173 le strutture d’accoglienza dislocate in 32 comuni della provincia di Reggio Emilia, all’aumento del 15% delle famiglie che hanno fatto riferimento ai servizi della cooperativa, ad un aumento del 45% delle ore dedicate ai servizi di mediazione culturale e interculturale (passate da 12.620 a 18.210) e al coinvolgimento di 1.220 persone in servizi di orientamento al lavoro, al territorio, alla legislazione, alla salute e alla costruzione di percorsi di inserimento. 
"Nell’ambito dell’accoglienza straordinaria dei richiedenti asilo – spiega Codeluppi – contestualmente agli investimenti sull’apprendimento della lingua (che ha tra l’altro portato all’apertura di una specifica scuola in via F.lli Rosselli), l’impegno più rilevante ha riguardato l’area del lavoro, con 445 percorsi professionalizzanti, 244 tirocini lavorativi, 464 esperienze di volontariato e lavoro socialmente utile e l’attivazione di 84 contratti di lavoro". 
 
"Pur in una fase di assoluta incertezza sulle dinamiche future dei flussi – prosegue Codeluppi – proprio sull’area del lavoro investiremo consistente parte delle risorse generate dalle nostre diverse attività". "Dopo le emergenze dettate in questi anni dalle prime fasi d’accoglienza – con particolare riferimento ad alloggi, distribuzione nel territorio, verifiche sullo stato di salute, alfabetizzazione, sostegno psicologico a persone segnate spesso da forti traumi – oggi la formazione e l’impegno lavorativo – sottolinea il presidente della Dimora d’Abramo –  rappresentano le sfide più importanti che abbiamo di fronte: da una parte, infatti, l’abnorme aumento dei tempi di attesa per le risposte alla richiesta d’asilo (oltre 600 giorni per la prima, cui si possono aggiungere i ricorsi) impongono la ricerca di opportunità di lavoro più strutturate che garantiscano maggiore dignità ai diretti interessati e più forti relazioni comunitarie; dall’altra è un percorso non meno essenziale per chi, in caso di accoglimento della richiesta, sceglierà di restare nel nostro territorio o di andare in altre aree con, alle spalle, quell’esperienza lavorativa che, come dimostra anche la realtà reggiana, fa del migrante una risorsa e gli consente di sentirsi tale". 
Il bilancio 2017 della Dimora d’Abramo, approvato all’unanimità dai soci (33, di cui 26 soci-lavoratori), si è chiuso con un fatturato di 20,5 milioni (6 milioni in più rispetto al 2016) e l’accantonamento a riserva di 1,25 milioni (il 6,2% sul fatturato rispetto al 6,8% del 2016 e all’11,5% del 2015).