Cgil, tesseramento: i numeri sono in crescita

“La Camera del Lavoro di Reggio Emilia nel 2017 ritorna a crescere: è un segnale importante di tenuta della rappresentanza confederale in questo territorio con alle spalle ben dieci anni di crisi. Tale risultato si produce in uno scenario di profonde trasformazioni nel mercato del lavoro, che ha significato una consistente contrazione dei posti di lavoro nei settori tradizionali della nostra rappresentanza e, contestualmente, un fortissimo incremento della precarizzazione” – commenta il Segretario generale della Camera del Lavoro, Guido Mora.
“Sono stati pertanto neutralizzati i fendenti giunti dai provvedimenti governativi di questi ultimi anni, tutti all’insegna di una marginalizzazione del ruolo dei corpi sociali e del sindacato confederale in particolare.
D’altra parte gli sforzi della Cgil nel territorio, anche attraverso un mantenimento dei presidi di assistenza svolti dal Patronato Inca e dal Caaf Teorema al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni crescenti di sindacato, sono stati evidentemente riconosciuti”.
 
Gli iscritti 2017 alla CGIL di Reggio Emilia sono 112.117, un dato risultato dalla somma degli iscritti alle diverse categorie dei lavoratori attivi e dei pensionati. Erano 111.598 del 2016. Il risultato degli iscritti 2017 riferito ai LAVORATORI ATTIVI E PENSIONATI vede un incremento sul totale del 2016 di 519 unità.
 
Sommando a questo dato gli iscritti alle associazioni affiliate SILP, SINAGI, dirigenti cooperativi -in calo rispetto all’anno precedente- si ottiene un totale di 112.208 iscritti contro i 111.711 del 2016, con un saldo attivo di 497 unità.
 
Il quadro analitico delle singole strutture evidenzia il seguente trend: si contrae il bacino dei lavoratori iscritti nell’industria (con l’eccezione del comparto dell’agro-industria e dell’edilizia) e dei pensionati, mentre crescono le attività terziarie e di servizio (commercio e trasporti-logistica), al netto dei bancari, e i comparti pubblici (pubblico impiego e scuola).
 
– Nel 2017 si rileva una crescita dei lavoratori iscritti nelle seguenti categorie: 
 
FILT la categoria dei trasporti e logistica, dove gli iscritti sono 2172 +23,5% (erano 1759 nel 2016)
 
FILCAMS la categoria del commercio-servizi, dove gli iscritti sono 6949 +5,77% (erano 6570 nel 2016)
 
FILLEA categoria del settore edile, dove gli iscritti sono 3589 +4,94% (erano 3420 nel 2016)
 
FLAI categoria dell’agro-industriale, dove gli iscritti sono 3.196 + 5,17% (erano 3039 nel 2016)
 
FLC la categoria della scuola, dove gli iscritti sono 2.279 iscritti +4,35% (erano 2.184 nel 2016)
 
FP la categoria del pubblico impiego, dove gli iscritti sono 6.070 +0,76% (erano 6024 nel 2016)
 
NIDIL la categoria dei lavoratori atipici, dove gli iscritti sono 4486 +12,09% (erano 4002 nel 2016)
 
– Si rileva, invece, un calo dei lavoratori iscritti nelle seguenti categorie: 
 
FILCTEM la categoria dei chimici, tessili, energia e ceramisti, dove gli iscritti sono 5.117 -3,73% (erano 5315 nel 2016)
FIOM categoria dei metalmeccanici, dove gli iscritti sono 15570 -0,86 (erano 15.705 nel 2016)
SLC la categoria dei lavoratori delle comunicazioni, dove gli iscritti sono 1052 -3,75% (erano 1.093 nel 2016)
FISAC la categoria del settore del credito, dove gli iscritti sono 360 –1,1% (erano 364 nel 2016) 
SPI la categoria dei pensionati, dove gli iscritti sono 61277  -1,36% (erano 62123 nel 2016).
A livello generale l’anno 2017 registra, rispetto all’anno precedente, una crescita dei lavoratori iscritti alle categorie degli attivi (dai 49475 del 2016 ai 50840 del 2017 +2,76%) e una controtendenza per quanto riguarda i pensionati come sopra evidenziato.
Prendendo a riferimento lo storico del tesseramento dell’ultimo quinquennio (differenza 2017 su 2013) vediamo che fra i lavoratori attivi si registra un incremento di 1915 iscrizioni (da 48925 nel 2013 a 50840 nel 2017), mentre fra i pensionati -nello stesso periodo- si registra un calo di 3447 iscrizioni, dato determinato dalle pesanti riforme previdenziali, vedi alla voce legge Fornero, e quindi dal minor numero di pensionamenti. 
Nonostante la crisi, le leggi che hanno destrutturato il mercato del lavoro ed in generale gli interventi che hanno colpito duramente chi lavora, questi dati rappresentano un segnale di tenuta della CGIL di Reggio Emilia.
 
Composizione degli iscritti 2017 alla CGIL:
 
Il 45% (50840) sono lavoratori attivi contro il 44% del 2015 (49475)
Il 55% (61277) è rappresentato dai pensionati contro il 56% del 2015 (62123)
tale partizione nel 2013 vedeva gli iscritti attivi al 43%
 
Fra i lavoratori attivi, la composizione  degli iscritti per fascia di età registra i seguenti valori percentuali: fino a 30 anni 10%; da 31 a 40 21,70%; da 41 a 50 32,77%; da 51 a 55 16,10%; oltre i 56 19,43%. Si determina un risultato complessivo per cui gli under 40 sono il 31,70% del totale, la fascia anagrafica compresa tra i 41 e i 55 anni sono pari al 48,87% e gli over 55 sono pari al 19,43%.
 
Le donne rappresentano la maggioranza degli iscritti alla CGIL con il 51,28 % del totale (57490  su 112117). Fra i pensionati le donne sono il 55,88%, mentre rappresentano il 45,72% tra gli attivi (fatto 100 il totale donne iscritte tra gli attivi: Filcams 22,09%, Funzione Pubblica 20,08%, Fiom 16,59%).
 
I cittadini stranieri extra UE costituiscono il 18,18% degli iscritti delle categorie dei lavoratori attivi, stabili rispetto al 2016 dove erano il 18,22%. Gli iscritti stranieri rappresentano il 10,29% del totale (9854 su 112117). I lavoratori stranieri iscritti rappresentano in percentuale sul totale degli iscritti il 35,59% del comparto trasporto-logistica, il 32,32% nel settore agro-industria, il 27,33% nel settore terziario-servizi, il 26,72 nell’edilizia.
 
Le iscrizioni sulle prestazioni temporanee di sostegno al reddito rappresentano il 25,31% del totale degli iscritti attivi (12867 su 50840).
 
Complessivamente le iscrizioni effettuate dal sistema dei servizi nel corso del 2017 sono state 7314 (in crescita rispetto alle 6682 del 2016, +328% rispetto al 2013). Il 33% del totale sono in favore di categorie degli attivi, il 67% in favore dei pensionati.