Aemilia, dalla Dda nuove accuse sugli imputati

L’operazione Aemilia contro le infiltrazioni mafiose in regione, nello specifico quella della ‘ndrangheta calabrese, iniziata nel 2015, ormai tre anni fa, non ha sradicato il costume mafioso trapiantato e ben radicato nella pianura padana.

 
La Direzione distrettuale antimafia, infatti, integrando i capi di imputazione a decine di persone comparse in questi anni alla sbarra ha contestato anche reati commessi dopo il 2015. Spiega la Dda che inmputati, condannati e carcerati hanno continuato in questi tre anni a "confermare l’adesione alle regole e alla strategia del sodalizio ‘ndranghetistico". E chi dal carcere, chi invece in libertà hanno tentato di "inquinare le prove e di intimidire i testimoni del dibattimento di Aemilia, azione posta in essere con la complicità di sodali in libertà e secondo le indicazioni di Sarcone Luigi".